Critica
L'arte di Paolo Pierotti è impregnata di contemporaneità e rivela, anche nella scelta del monocromo, infinite sfumature sensoriali.
La precisione nella distribuzione dei toni segue la scansione ritmica dello spazio, che si attua nella ripetizione delle linee a volte verticali, altre orizzontali, che scandiscono il percorso dello sguardo secondo una logica grafica.
La sua è una fotografia intima, nata dalla simbiosi tra il fotografo e l'anima del paesaggio in cui egli è immerso; l'effetto surreale e morbido che i suoi scatti producono è al confine tra realismo e astrazione, e conferisce alla sua arte quel senso di mistero ed estasi di fronte alla natura.
Le immagini di Pierotti appaiono, infatti, rarefatte e impalpabili; vivono prima di tutto di suggestioni e poesia, più legate all'immaginazione che alla realtà. C'è uno strano senso di solitudine, quella incontrastata della natura, ma anche quella che richiede un certo tipo di fotografia; quella paziente nell'attesa, nella "pre‐visualizzazione" fotografica, che si risolve nel tentativo di restituirci l'impressione incantata dell'immagine reale e visibile.
Il massimo grado di finitezza fotografica dei paesaggi di Pierotti è reso prezioso da una trattazione della materia che trova nella forza del chiaroscuro i suoi toni più sottili e evocanti.
Le sue opere presentano al contempo una leggerezza e immediatezza della visione unite alla consistenza plastica: abbiamo come la sensazione che quei luoghi, trasfigurati in immagini, fossero lì da sempre, eterni ed immutabili nella loro perfezione formale. Perfezione, che investe l'occhio e lo spirito di chi osserva, ed è la testimonianza più chiara e più fedele della poetica dell'artista.
E dunque, l'intera composizione fotografica, che pur si spiegherebbe agevolmente sottolineando lo schema geometrico di perfette rispondenze ed equilibri, ha il suo valore estetico non nella partizione geometrico/matematica, ma in quel sentimento intenso di quiete ed armonia che in loro si è fatto immagine.
Le foto di Pierotti fissano la bel,lezza del mondo con lo stupore religioso che si prova davanti alle manifestazioni della natura, nella consapevolezza che la natura sia di per sé un fenomeno meraviglioso e che cercare sempre di controllarla, in qualche modo la neutralizzi... Abbandonati i preconcetti poetici, la sua tecnica è quindi tanto pragmatica quanto spirituale.
Questo è il suo realismo, non vistoso ma intimo e sublime.
Laura Capuozzo
Storico e critico d'arte
"Negli scatti di Paolo ci sono gli appunti e le memorie di viaggio di un pellegrino mistico: macchina in spalla, l'artista s'incammina e inizia a riscrivere, passo dopo passo, scatto dopo scatto la vita che lo circonda; l'obbiettivo del fotografo non è più un filtro, ma il "terzo occhio" attraverso il quale sorprendere l'essenza segreta del bosco e della natura, l'anima nascosta dei paesi e delle città. Un cammino poetico quanto reale: grazie Paolo, non si viaggia mai abbastanza nella vita!" (Pamela Jica Mezea Art) ARTISTA